Ci siamo immersi nell’Arcipelago di Mortafiamma e, dopo averne esplorato le innumerevoli isole, possiamo raccontarvi la nostra esperienza all’interno dei vasti confini di uno dei videogame fantasy più riusciti degli ultimi anni; anche grazie alla storia magistralmente narrata dai ragazzi di Obsidian Entertainment.
Con “Pillars of Eternity II: Deadfire” Obsidian aggiunge un nuovo, luminoso, tassello alla storia dell’Osservatore, epopea iniziata nel 2015 grazie alla campagna di crowfounding su KickStarter. Si trattava di un progetto ambizioso, in grado di raccogliere alcune delle menti migliori del panorama videoludico moderno come Chris Avellone, Tim Cain o Josh Sawyer. Il resto è storia: “Pillars of Eternity” irrompe sulla scena dei giochi RPG per Pc e, pur utilizzando un motore grafico “datato” ed una prospettiva isometrica ormai dimenticata dai più, riscrive le regole del videogioco moderno. Anche grazie ad una storia magistrale, sapientemente narrata da companions e PNG cesellati e caratterizzati con maestria, in un mondo sull’orlo della catastrofe. Mondo su cui la nostra storia lascerà un segno indelebile. Con “Pillars of Eternity II: Deadfire” gli sviluppatori hanno (saggiamente) deciso di continuare sulla strada tracciata dal primo capitolo: una storia superba, accompagnata da un comparto grafico di primissimo livello.
Il gioco ci catapulta nuovamente nei panni dell’Osservatore di Caed Nua ma, questa volta, non dovremo dipanare le fila di una millenaria cospirazione; solo inseguire un dio, rinato ed incarnatosi in un immenso colosso di Adra (il luminoso cristallo presente su tutta Eora). Un compito reso ancora più difficile dall’ambiente in cui Eothas (la divinità in questione) decide di recarsi nella sua enigmatica marcia di distruzione: il gigante, infatti, si dirige immediatamente verso l’arcipelago di Mortafiamma e sarà nostro compito inseguirlo e fermarlo. Il tutto in un mondo vivo e vitale, pulsante di emozioni e di correnti che scorrono potenti appena sotto la superficie del variegato universo di isole in cui viene ambientato “Pillars of Eternity II: Deadfire”. In qualità di Osservatori, infatti, ci troveremo a dover dirimere questioni tra gli abitanti del posto: dal frutto rubato in una piccola comunità insulare, a quale fazione appoggiare nella pacificazione dell’intero arcipelago. Un compito non facile che renderà ancora più interessante il nostro viaggio.
A differenza del primo capitolo, in “Pillars of Eternity II: Deadfire” l’avventura si svolgerà attraverso l’esplorazione dell’arcipelago di Mortafiamma; esplorazione che avverrà, giocoforza, a bordo di una nave di cui voi sarete il capitano. Nave che sarà la vostra casa oltre che un mezzo di trasporto; dovrete quindi curarla e potenziarla, equipaggiando nuovi cannoni e reclutando nuovi marinai nei porti sparsi per la vasta mappa di gioco. Cannoni e marinai che vi serviranno per difendervi nella traversata dei pericolosi mari dell’arcipelago, infestati di pirati e di schiavisti. Parte del gioco, infatti, si svolgerà a bordo del vostro vascello, tra battaglie navali e sanguinosi arrembaggi all’arma bianca. Il Gameplay, dunque, si divide tra mere attività di esplorazione (il mondo è decisamente vasto e completamente esplorabile) e le quest sbloccabili tramite le innumerevoli opportunità di dialogo presenti sulle isole; il tutto all’interno di ambientazioni disegnate con maestria, tra architetture elaborate con colori sgargianti e giungle piovose infestate da rampicanti, passando per gli oscuri sotterranei pieni zeppi di trappole e mostri feroci.
Il sistema di combattimento di “Pillars of Eternity II: Deadfire” , apparentemente immutato rispetto al capitolo precedente, presenta alcune importanti innovazioni che gli permettono di superare le criticità evidenziate nel gioco del 2015: se, infatti, nulla è cambiato dal punto di vista del combattimento real time, è stata implementata notevolmente la IA dei nostri compagni e, soprattutto, ci viene fornita la possibilità di impostarne il comportamento secondo stilemi preimpostati (chierico offensivo/difensivo) oppure definendone minuziosamente la riposta in base alla situazione; questa feature, sommata al netto miglioramento dei patteren attinenti il comportamento dei personaggi, permette di godersi il gioco anche alle difficoltà più elevate. Ma la vera innovazione di questo secondo capitolo risiede nell’introduzione delle battaglie navali: veri e propri combattimenti in alto mare tra la nostra nave e quelle dei corsari che battono le coste delle isole di Mortafiamma. Il sistema di combattimento è apparentemente molto semplice, composto da pochi comandi riguardanti la direzione da dare alla nave o la velocità da imprimerle nell’avvicinarsi ai nemici prima di dare l’ordine di dar fuoco alle polveri e cannoneggiare i nostri avversari; dalle tipologie di cannoni e dalla munizioni utilizzate dipenderanno gli effetti che i nostri colpi avranno sul vascello avversario: potremo infatti decidere di colpire lo scafo (ed affondare la nave nemica), le vele (impedendole di muoversi) o l’equipaggio (limitando la capacità di movimento e di attacca degli avversari), qualora poi decidessimo di abbordare il vascello nemico la visuale tornerà isometrica e ci garantirà la possibilità di condurre l’assalto all’arma bianca sulla nave nemica.
Un gioco incredibile, in grado di accostare alla più scanzonata tradizione piratesca la profondità di scelte etiche e morali in grado di mettere in discussione anche il più navigato dei videogiocatori; un’incredibile avventura tra mari in tempesta e isole abitate da selvaggi, antiche città e mostri marini. Una perla del genere fantasy RPG che non può e non deve mancare nelle librerie di tutti coloro che amano le belle storie raccontate in maniera meravigliosa